IL LIBERO ARBITRIO E L’ONNISCIENZA DEL CREATORE
IL LIBERO ARBITRIO E L’ONNISCIENZA DEL
CREATORE
Ing. Pier Franz Roggero,
Dott. Michele Nardelli, P.A. Francesco Di Noto
Abstract:
This paper describes the free will and the omniscience of the Creator and how they may be reconcile and try to explain.
1. IL LIBERO ARBITRIO
Il libero
arbitrio è la possibilità per la quale ogni persona è libera di fare le
proprie scelte, tipicamente perseguite tramite volontà,
Ciò si contrappone
alle varie concezioni secondo cui questa possibilità sarebbe in qualche modo
predeterminata da fattori sovrannaturali che viene chiamato destino, oppure da
fattori naturali chiamato determinismo, per via dei quali il volere degli
individui sarebbe prestabilito prima della loro nascita ovvero la
predestinazione.
Il concetto di
libero arbitrio implicherebbe che il Creatore, per quanto onnipotente e
onnisciente, scelga di non utilizzare il proprio potere per condizionare le
scelte degli individui.
Per risolverlo, Agostino d’Ippona (354-430) che è stato un
filosofo algerino, vescovo, teologo, conosciuto semplicemente come sant'Agostino,
distinse la libertà propriamente detta, ossia la capacità di dare realizzazione
ai nostri propositi, dal libero arbitrio, inteso invece come la facoltà di
scegliere, in linea teorica, tra opzioni contrapposte, ossia tra il bene e il
male. Mentre cioè il libero arbitrio
entrerebbe in gioco solo nel momento della scelta, rivolgendosi ad esempio al
bene, la libertà sarebbe incapace di realizzarla. Agostino sosteneva che la
volontà umana è stata irrimediabilmente corrotta dal peccato originale, che ha
inficiato per sempre la nostra capacità di realizzare le nostre scelte, e
quindi la nostra stessa libertà. A causa della corruzione, dunque, nessun uomo
sarebbe degno della salvezza, ma il Creatore può scegliere gratuitamente chi
salvare, elargendo la Sua
grazia con cui gli infonde la volontà effettiva di perseguire la scelta del
bene, volontà che altrimenti sarebbe facile preda delle tentazioni malvagie.
Secondo Tommaso
d’Aquino (1225-1274) che fu un frate
domenicano dottore ella Chiesa e santo sia per i cattolici che per i luterani., il libero arbitrio non è in
contraddizione con la predestinazione alla salvezza, poiché la libertà umana e
l'azione divina della Grazia tendono ad unico fine, ed hanno una medesima
causa, cioè Creatore. La volontà libera si distingue da quella non libera
perché a differenza di quest'ultima si sottomette ai criteri della ragione.
Il francescano
Guglielmo di Ockham (1285-1349) che è stato un teologo, filosofo inglese
affermò che l'essere umano è del tutto libero, e solo questa libertà può
fondare la moralità dell'uomo, la cui salvezza però non è frutto della
predestinazione, né delle sue opere. È soltanto la volontà di Creatore che
determina, in modo del tutto inconoscibile, il destino del singolo essere
umano. Egli cioè concepì il libero arbitrio come l'«indifferenza
dell'arbitrio», ossia come puro arbitrio, indipendente da ogni motivazione
passionale o razionale.
Con l'avvento
della Riforma, Martin Lutero (1483-1546) che
è stato un teologo tedesco e l’iniziatore della Riforma protestante con il luteranesimo, fece
propria la teoria della predestinazione negando alla radice l'esistenza del
libero arbitrio: non è la buona volontà che consente all'uomo di salvarsi, ma
solo la fede, infusa dalla grazia divina. È solo Creatore a spingerlo in
direzione della dannazione o della salvezza.
Alla dottrina
chiamata servo arbitrio invano Erasmo da
Rotterdam (1466-1536) che è stato un teologo, umanista e filosofo olandese
replicò che il libero arbitrio è stato sì viziato ma non distrutto
completamente dal peccato originale, e che senza un minimo di libertà da parte
dell'uomo la giustizia e la misericordia divina diventano prive di
significato. Se infatti l'essere umano
non avesse la facoltà di accettare o rifiutare liberamente la grazia divina che
gli viene offerta, perché nelle Scritture sono presenti ammonimenti e biasimi,
minacce di castighi ed elogi dell'obbedienza? Se inoltre, come predicava
Lutero, l'uomo non ha bisogno di chiese e organi intermediari tra sé e
Creatore, ma è l'unico sacerdote di se stesso, come si concilia questa supposta
autonomia con la sua assoluta impossibilità di scelta in ambito morale?
Particolarmente
incisivo è l'esempio che Erasmo presenta per supportare la sua soluzione, di un
padre e il suo figliolo che vuole cogliere un frutto. Il padre alza nelle sue
braccia il figlio che ancora non sa camminare, che cade e che fa degli sforzi
disordinati; gli mostra un frutto posato davanti a lui; il bambino vuole
correre a prenderlo, ma la sua debolezza è tale che cadrebbe se il padre non lo
sostenesse e guidasse. È quindi solo grazie alla conduzione del padre (la Grazia di Creatore) che il
bambino arriva al frutto che sempre suo padre gli offre; ma il bambino non
sarebbe riuscito ad alzarsi se il padre non l’avesse sostenuto, non avrebbe
visto il frutto se il padre non glielo avesse mostrato, non sarebbe potuto
avanzare senza la guida del padre, non avrebbe potuto prendere il frutto se il
padre non glielo avesse concesso. Cosa potrà arrogarsi il bambino come sua
autonoma azione? Malgrado nulla avrebbe potuto compiere con le sue forze senza la Grazia, ha pertanto fatto
qualcosa.
Ad una concezione
estremamente volontaristica del libero arbitrio aderì tuttavia Giovanni Calvino
(1509-1564) che è stato un umanista , teologo francese e riformatore religioso
con il “calvinismo”, radicalizzò il concetto di predestinazione fino a
interpretarlo in un senso rigorosamente determinista. È la Provvidenza a guidare
gli uomini, indipendentemente dai loro meriti, sulla base della onniscienza
divina. L'uomo tuttavia può ricevere alcuni "segni" del proprio
destino ultraterreno in base al successo o meno ottenuto nella propria vita.
Anche
all'interno della Chiesa cattolica , che pure si era schierata contro le tesi di
Lutero e Calvino, iniziarono una serie di dispute sul concetto di libero arbitrio.
Secondo Luis de Molina (1535-1600) che è stato un teologo,
giurista e gesuita spagnolo. la salvezza era sempre possibile per l'uomo dotato
di buona volontà. Egli sostenne che l’onniscienza del Creatore e la libera
volontà umana sono compatibili, poiché il Creatore può ben prevedere nella sua
onnipotenza la futura adesione dell'uomo alla grazia da lui elargita. Questo
piano di salvezza si attua per una valenza positiva attribuita alla volontà
umana, in quanto neppure il peccato originale ha spento l'aspirazione dell'uomo
alla salvezza.
A lui si
contrappose Giansenio (1585-1638) che è stato un teologo e
vescovo cattolico olandese; è il fondatore del giansenismo, una dottrina
dichiarata eretica dalla Chiesa dopo la sua morte, fu un fautore di un ritorno ad
Agostino. Secondo Giansenio l'uomo è corrotto dalla concupiscenza, per cui
senza la grazia è destinato a peccare e compiere il male; questa corruzione
viene trasmessa ereditariamente. Il punto centrale del sistema di Agostino
risiedeva per i giansenisti nella differenza essenziale tra il governo divino
della grazia prima e dopo la caduta di Adamo. Il Creatore avrebbe dotato l'uomo
di piena libertà e della «grazia sufficiente», ma questi l'aveva persa con il
peccato originale. Allora il Creatore avrebbe deciso di donare, attraverso la
morte e resurrezione di Cristo, una «grazia efficace» agli uomini da lui
predestinati, resi giusti dalla fede e dalle opere.
Il pensiero
moderno ha assunto una visione razionalista con Cartesio che definiva la
libertà non come un puro e semplice «libero arbitrio d'indifferenza» ma come impegnativa scelta
concreta di cercare la verità tramite il dubbio.
Spinoza
(1632-1677) che è stato un filosofo olandese, antesignano dell'Illuminismo,
riprese il tema stoico di un Creatore immanente ovvero coincidente con
l’Universo stesso e quindi alla Natura, dove tutto avviene secondo necessità.
La libera volontà dell'uomo dunque non è altro che la capacità di accettare la
legge universale ineluttabile che domina l'universo. La libertà non sta
nell'arbitrio, ma nell'assenza di costrizioni che consente ad esempio a una
pianta di svilupparsi secondo le sue leggi.
Leibniz
(1646-1716) che è stato un matematico, filosofo, scienziato tedesco. cercò di darne una
connotazione positiva dopo quanto espresso su questo tema da Spinoza,
osservando che «quando si discute intorno alla libertà del volere o del libero
arbitrio, non si domanda se l'uomo possa far ciò che vuole, bensì se nella sua
volontà vi sia sufficiente indipendenza». Pur accettando l'idea della libertà
come semplice autonomia dell'uomo, accettazione di una legge che egli stesso
riconosce come tale, Leibniz voleva nel contempo mantenere la concezione
cristiana della libertà individuale e della conseguente responsabilità. Per
questo scopo egli concepiva la libertà fondata sulla "monade": nel
senso che ogni individualità, pur essendo un'"isola" completamente
separata dalle altre, compirebbe "liberamente" atti che si incastrano
come pezzi di un mosaico negli atti corrispondenti delle altre monadi, in un
tutto che è l'"armonia prestabilita" dal Creatore.
Da tutti questi
dibattiti non emerge però un’idea chiara di come conciliare l’onniscienza del
Creatore con il libero arbitrio.
Infatti potrebbe
sorgere la domanda se siamo o meno dei semplici burattini per cui il futuro per
noi è già stato scritto.
Invece non è
assolutamente così: il libero arbitro esiste e ci permette di scegliere quello
che desideriamo. Ma come si concilia con l’onniscienza del Creatore?
Innanzitutto non
possiamo “ragionare” con il nostro intelletto come il Creatore: siamo dotati di una intelligenza
limitata e finita.
Ma
per rispondere a questa domanda così cruciale da quando l’uomo esiste bisogna considerare
il TEMPO, dove la complessità di questo concetto è da sempre oggetto di studi.
Il tempo è
la dimensione nella quale si concepisce e si misura il trascorrere degli
eventi. Esso induce, per noi, la distinzione per noi tra passato, presente e
futuro.
Per il Creatore,
essendo ovviamente tutto possibile,
esiste questa distinzione come per noi ma esiste anche la CONTEMPORANEITA’
degli eventi (che è impossibile per noi) e la coincidenza tra passato, presente
e futuro.
Esiste e non
esiste il passare del tempo: attenzione che la “e” congiunzione per la
contemporaneità vuol dire che esistono entrambi i concetti.
Egli è a
conoscenza del nostro passato, del nostro presente e del nostro futuro ma NON
interviene nelle nostre scelte.
E’ come dire che
sto vedendo un film di cui conosco già tutta la trama con tutte le azioni degli
attori coinvolti ma non posso intervenire sulla sceneggiatura che è già stata
scritta. Attenzione, però, che la sceneggiatura viene scritta dagli attori
coinvolti e non dal Creatore anche se Egli ne è ovviamente a conoscenza.
Verrebbe allora da
chiedersi che bisogno c’è di vedere un film
già visto, ovvero perchè il Creatore permette la scelta dell’uomo se sa
già come andrà a finire?
La risposta sta
proprio nel tempo: il Creatore è l’Increato, il trascorrere del tempo per Lui
non esiste però ovviamente “Vede” o meglio “Sa” tutto quello che era, è e sarà.
Questi tempi che
sono basati sull'assunzione della causalità sono per noi relativi mentre
l’unico vero tempo assoluto ed unico è “dato” e “vive” con il Creatore stesso: “Io
sono colui che sono” è infatti la risposta che, nella Bibbia nell’Antico
Testamento il Creatore diede a Mosè quando Gli chiese il nome (Esodo 3:14). ovvero
il tempo assoluto è una Sua proprietà intrinseca da cui discende tutto il
creato.
Noi esseri umani,
la nostra Terra, il nostro sistema solare, la nostra galassia e il nostro
Universo esistiamo solo grazie al Creatore, non potremmo esistere senza di Lui
e di questo non ce ne rendiamo neanche conto.
Anche dal punto di
vista in fisica e precisamente dalla relatività ristretta di Einstein lo spaziotempo,
è la struttura quadridimensionale dell'universo composto da quattro dimensioni:
le tre dello spazio (lunghezza, larghezza e profondità) e il tempo. Lo
spaziotempo è un concetto fisico che combina le nostre classiche nozioni
tradizionalmente distinte di spazio e di tempo in un solo
costrutto unico e omogeneo. e rappresenta
il "palcoscenico" di tutti i fenomeni fisici nell'universo.
Possiamo quindi
affermare che il tempo è lo spazio che cambia.
Quando scattiamo
una fotografia di un qualsiasi oggetto o persona abbiamo lo spaziotempo
all’istante t0, poi quando scattiamo di nuovo la fotografia dello stesso
oggetto o persona dopo un certo intervallo di tempo abbiamo uno spaziotempo
all’istante t1.
Avremo sicuramente
uno spazio diverso dal precedente e quindi il tempo è dato dallo spazio che
cambia.
Vale anche il
viceversa: lo spazio è dato dal tempo che passa; in pratica le 2 affermazioni
sono equivalenti.
Attenzione però a
non confondere questo concetto di spaziotempo con il tempo assoluto che è trascendente
ovvero "al di là" rispetto al nostro universo e che è proprio solo
del Creatore.
Perciò il libero arbitrio
ovvero la nostra indipendenza e la nostra libertà è il Suo principale dono a
noi, tra tutte le altre creature.
Sta a noi farne
buon uso perché gli attori del film siamo noi, la trama la decidiamo noi anche
se il palcoscenico e tutto il resto dipende dal Creatore che è il regista e il
produttore del film.
Il Creatore pur essendo
a conoscenza già a priori della trama del film ci lascia piena libertà di
scelta: questo è il concetto di tempo assoluto con eventi simultanei oppure con
passato, presente e futuro distinti ovvero con l’essere e il non-essere che
sono contemporaneamente uguali e diversi.
2. IL LIBERO ARBITRIO COME CAPRO ESPIATORIO
Il libero arbitro molto spesso però è usato male, con conseguenze
certamente spiacevoli; e dalle quali si tende a
liberarsi in fretta dalle proprie responsabilità, attribuendole invece
al primo che capita (capri espiatori ecc.), perfino al “diavolo” per i suoi
presunti “cattivi consigli”, e via di
seguito. Tale facile deresponsabilizzazione è purtroppo sostenuta da certe
filosofie, che la attribuiscono a vere o
presunte “patologie” mentali o cerebrali. Per non parlare di certe altre
elucubrazioni teologiche sull‘inferno “vuoto”, poiché nessun sarebbe poi tanto cattivo da finirci dentro, tutte cose
inaccettabili razionalmente.
Trattando teoricamente di questo delicato argomento etico – filosofico -teologico,
bisogna stare attenti a non incappare
nelle suddette paludi , che lo screditano
agli occhi delle persone intelligenti per nulla disposte a farsi
prendere in giro da chicchessia. Il rischio è quindi quello di non essere più
ascoltati su tali tematiche.
DIO CREATORE DEL CIELO E DELLA TERRA HA DATO IL LIBERO ARBITRIO ANCHE ALLA TERRA DI TREMARE QUANDO VUOLE? UCCIDENDO DONNE E BAMBINI INNOCENTI. FACENDO CROLLARE CHIESE SPUTANDO NEL PIATTO DOVE MANGIA. NON E' PIU' INTELLIGENTE PENSARE ALLA STUPIDITA' DELLE RELIGIONI? MAGO PROF. SILVA
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