Riflessioni su Scienza e Fede tratte dalla Bhagavad Gita - parte III
La luce interiore è "supremamente fulgida", più splendente - come dice la Gita - di mille soli. Essa fa fremere l'anima di gioia. L'anima sa di essere, essa stessa, quella luce, così come nell'udire l'AUM sappiamo di essere, noi stessi, quella Vibrazione Cosmica. Così come la vibrazione dell'AUM fa vibrare le corde del nostro essere, anche la luce fa fremere la nostra coscienza con la consapevolezza di essere Luce.
Questo fulgore, come di "mille soli", si fonde in raggi multicolori che "si presentano in modo sempre nuovo" e sembrano provenire da una fontana di forma sferica, i cui raggi si riversano all'esterno da un infinito numero di punti nello spazio.
Questa luce vibratoria, che è un aspetto dell'AUM, conduce lo yogi (ricercatore spirituale di qualunque religione che prega e medita sinceramente) al di là di tutte le dualità di maya (l'illusione). Egli raggiunge allora l'unione con il Signore trascendente, "la cui forma è più sottile del minuscolo atomo e che è il Sostegno Fondamentale di tutta (l'esistenza) ed il grande Sovrano (di ogni cosa), eterno ed onnisciente", dal quale emanano gli universi causali, astrali e materiali. Nell'universo causale, gli esseri causali hanno vasti poteri, che consentono loro perfino di creare universi o "galassie". (Quindi il nostro universo materiale potrebbe essere stato "creato" da esseri di un universo casuale. Anche qui, quindi, si ripropone il concetto di Multiverso e di ulteriori dimensioni)
Lo yogi che ha ottenuto il completo controllo sulla propria consapevolezza osserva la coscienza divina ovunque, manifestata nei tre universi. Egli percepisce Dio in tutti i suoi otto aspetti: Luce, Suono, Pace, Calma, Potere, Saggezza, Amore e (soprattutto) Beatitudine. La Pace e la Calma si distinguono l'una dall'altra solo in quanto la Pace è la rasserenante cessazione di ogni agitazione del sentimento, mentre la Calma è "dinamica" ed è il centro silenzioso della creatività, dell'amore impersonale e della saggezza divina. (Notiamo con grande interesse come gli aspetti di Dio, che sono 8, coincidano con un numero di Fibonacci e con il numero delle vibrazioni fisiche delle superstringhe).
La Notte di Brahma, o Notte Cosmica, o Dissoluzione Cosmica, (quel lunghissimo lasso di tempo che trascorre prima di un nuovo Big Bang) non è lo stato immanifesto dello Spirito Assoluto, è semplicemente uno "stato di quiete". Esso è quindi un periodo di riposo temporaneo durante il quale tutti gli esseri e tutte le cose rimangono in una condizione non dissimile da quella dei semi in inverno, che giacciono addormentati nella terra. I semi, nello stato (parzialmente) immanifesto, non sono materiali, ma nuclei di forme di pensiero eterni e coscienti. (Anche qui notiamo come i nuclei di forme di pensiero eterni e coscienti, essendo i pensieri pura energia, possono essere paragonati a stringhe bosoniche (quindi di energia) chiuse di forma ellissoidale aurea prive di movimento).
Ogni cosa ha inizio con la Coscienza Assoluta: l'energia è la realtà che si trova alla base perfino della materia (infatti dalle stringhe bosoniche (energia) nascono le stringhe fermioniche (materia) secondo il modello Palumbo-Nardelli). Quindi è la Luce la realtà eterna (e le luce è composta da fotoni che sono stringhe bosoniche).
Leggiamo questi versi della Gita: "Alla fine di un ciclo, o Arjuna, tutti gli esseri fanno ritorno allo stato immanifesto della Mia Natura Cosmica. All'inizio del grande ciclo successivo, Io li proietto nuovamente all'esterno.....Solo la Mia essenza che impregna ogni cosa fa sì che Madre Natura dia vita agli esseri animati ed inanimati. Solo con il Mio potere i mondi si muovono nelle loro orbite". (Anche qui, quando si parla di "fine di un ciclo" ed "inizio del grande ciclo successivo", notiamo la somiglianza con la teoria dell'Universo Ciclico basato sulle stringhe). Dio come Natura è la Madre Divina. Suo "Figlio" è la coscienza riflessa, priva di vibrazione, nel cuore di ogni vortice di atomi. (Quindi la coscienza riflessa priva di vibrazione nel cuore di ogni vortice di atomi, ci conduce all'idea della stringa bosonica primordiale a forma ellissoidale aurea. Anche il "vortice" di atomi ci conduce all'idea di pigreco e della sezione aurea). E' la presenza "non coinvolta" dello Spirito in ogni vita.
Chi ha creato Dio? La risposta del Maestro Yogananda era:"Tu ti chiedi questo perchè vivi nel regno della causalità. Dio, però, è la Causa Suprema. E' autoesistente". Presumere che qualcosa sia stato causato significa necessariamente accettare che, con il tempo, diventerà "non-causato", vale a dire che sarà distrutto. Dio non è né vivente né non-vivente: semplicemente è, senza una causa. (Anche qui possiamo notare il parallelismo con la teoria dell'assenza di confini dell'universo di Hartle-Hawking dove si presume un inizio privo della singolarità del Big Bang, quindi che l'universo sia sempre esistito (seppure ridotto alle dimensioni di una lunghezza di Planck). Anche Hawking alla domanda cosa c'era prima dell'universo risponde: esso semplicemente è).
Dio non è soltanto in ogni cosa, ma è ogni cosa. Nulla avrebbe potuto cominciare ad esistere, se Egli non ne avesse "sognato" (pensato) l'esistenza. L'Universo, o meglio il Multiverso, con le sue infinite dimensioni e creature animate ed inanimate è quindi un pensiero di Dio.
Dio è ritirato, lontano da ogni cosa, privo di vibrazione, immutabile, non toccato da nulla. Trasmette il Suo potere, il Suo amore e la Sua saggezza a forze universali e coscienti (manifestate da Lui), le quali producono l'universo che conosciamo.
Come l'oceano è sempre lo stesso, con o senza le sue onde, così anche l'oceano dello Spirito, con o senza le onde della manifestazione cosmica, è sempre un'unica realtà. (Anche qui notiamo il parallelismo con il vuoto perturbativo di stringa, che, con o senza le sue "increspature", è sempre lo stesso. Allora il "vuoto" della Teoria delle Stringhe può essere paragonato all'oceano dello Spirito, al regno delle anime).
L'AUM è la Vibrazione cosmica. Sat rappresenta la verità eterna ed assoluta: lo Spirito Supremo, al di sopra ed al di là di tutta la vibrazione (al di sopra ed al di là di tutto il vuoto perturbativo di stringa). Da quella oceanica coscienza vengono proiettate, al momento della creazione, le onde della Vibrazione Cosmica (le stringhe bosoniche a forma ellissoidale aurea, le cui frequenze sono tutte potenze del Numero Aureo = 1,61803398...), l'AUM. Le tre lettere dell'AUM rappresentano i tre aspetti fondamentali di quella vibrazione, personificati nella tradizione indiana come Brahma, Vishnu e Shiva. Nella Trinità Cristiana, Sat equivale al Padre ed AUM allo Spirito Santo. "Spirito", in questo caso, significa respiro divino, o "vento" cosmico dell'illusione, che solleva le onde sulla superficie dell'oceano (che fa "increspare" il vuoto perturbativo di stringa). Tat è il riflesso immobile, in ogni punto della creazione vibratoria, della calma, immota coscienza dello Spirito al di là di ogni vibrazione (al di là del vuoto perturbativo di stringa). Lo Spirito, quindi, è presente ovunque, sebbene non sia visibile in nessun luogo, poichè tutto ciò che le creature di Dio sono in grado di vedere, in quanto creature, è la creazione vibratoria (l'universo che è sorto dal vuoto perturbativo di stringa).
Tutto ciò che esiste è una manifestazione di Brahman, lo Spirito Supremo. La prima manifestazione dello Spirito, tuttavia, è quella che esprime con maggiore perfezione la coscienza più alta.
Finiamo citando il seguente verso della Gita: "Coloro che ottengono questa saggezza e dimorano stabilmente in Me non rinascono mai più, neppure quando la creazione stessa viene manifestata nuovamente". Stupenda conclusione che ci fa intravedere, una volta liberi dalla schiavitù del peccato, un'esistenza eterna, con Dio, in Dio. La nostra anima immortale sarà una ed una cosa sola con Dio, lo Spirito Supremo e parteciperà alla creazione di nuovi universi nella ciclicità dell'Eternità.
Michele Nardelli
Commento del Dott. Augusto Violi
RispondiEliminaSi tratta di una riflessione molto profonda.
Mi pare interessare notare i legami del tuo pensiero con quelli di Dellaporta , il fisico veneto deceduto circa un decennio fa (anche lui rifletteva sulle religioni orientali).
In se, la prima considerazione da farsi sul Tuo interessantissimo studio è che stabilisce una connessione tra teorie fisiche e pensiero teologico. Questo, da una parte è estremamente interessante e stimolante.
Dall'altro , collega la riflessione teologica a delle teorie fisiche, di per se soggette a riflessione critica (come ogni teoria scientifica). E' il grande dilemma della teologia contemporanea, che- oggi sostanzialmente ripiegata sul credo ut illegam- da una parte cerca dei riferimenti scientifici (intellego ut credam), ma dall'altra parte li rifugge. Perchè sono lontani dal senso comune e spesso inutilizzabili per dimostrare concretamente la necessità dell'esistenza di Dio (di cui la scienza non è in grado di dimostrare forse l'esistenza, ma sicuramenrte neppure l'inesistenza).Dall'altra, l'esperienza fondamentale dell'amore rifugge da ogni esplicazione scientifica (non ne ha alcun bisogno).
Però, la stessa esperienza, come insegna parte della filosofia francese della prima parte del secolo, si giustifica diversamente se crediamo in Dio o troviamo un suo elemento costitutivo dell’atto di amore e nella nostra progressiva ricerca del trascendente.
Augusto Violi